#Michela, la premurosa
A metà intervista, cominciamo a credere di essere noi ospiti di Michela, e non il contrario: la sua indole accogliente, premurosa e cordiale “all’inglese” ci fa sentire come fossimo nel salotto di casa sua – ovviamente davanti a una tazza di tè con i biscotti!
La sua iniziale timidezza si è sciolta nei primi minuti ed iniziamo a chiacchierare come vecchi amici. Scopriamo così che Michela è un’infermiera che lavora tra Vedelago (dove vive con la sua famiglia) e Montebelluna, come prima passione cita proprio il suo lavoro, inoltre ama leggere e in generale “imparare cose nuove”.
La sua sete di conoscenza l’ha portata, tra l’altro, a conseguire la laurea magistrale con una tesi sull’impatto dell’informatizzazione in ambito infermieristico; proprio cercando materiale di approfondimento per la tesi ha scoperto il Club Innovatori Sanità km zero.
“Un’opportunità che ho colto subito: le potenzialità del digitale sono tantissime, si potrebbe migliorare molto del servizio sanitario e scoprire nuove strade per il settore. In più – aggiunge – il tono utilizzato dal Club nelle comunicazioni a noi soci è amichevole, non è quello spesso ‘freddo’ delle istituzioni”…e le piace!
Un giudizio positivo che si è confermato anche nell’esperienza del test di usabilità: “Anni fa – racconta – avevo fatto da tester per un applicativo nel mio settore di attività specifico (le vaccinazioni) e ancora oggi mi occupo dell’aspetto digitale della documentazione sanitaria. Il test del Club è stato però una sorpresa: mi aspettavo di trovarmi ‘in batteria’ con gli altri partecipanti, invece è stata l’occasione per instaurare una relazione personale diretta con voi; questo non mi ha intimorita, anche perché sentivo l’interesse del team nei confronti delle mie osservazioni”.
Durante il test, poi, le è capitato di pensare a una persona in particolare: “Mio padre sarebbe stato un ottimo ‘banco di prova’ – ci dice. È un uomo anziano ma molto attivo, forse più ‘utente’ di altri nel senso che spesso le persone anziane hanno bisogno di aiuto nell’uso delle tecnologie digitali mentre lui fa da solo, e sicuramente appartiene alla categoria di cittadini che più ha bisogno di questi servizi”. Concordiamo in pieno, e con questo ci salutiamo, non del tutto certi di non dover uscire noi… dal salotto di casa sua!